Luglio 2010
Dopo aver dedicato alcuni concerti all’anima più estroversa e tribale della nostra musica abbiamo voluto concederci una pausa “mistica” e lo abbiamo fatto in uno dei luoghi più evocativi della nostra città: i Murazzi.
Ho sempre sostenuto che Torino è una città con molte anime che nulla ha da invidiare ad altre città molto più famose dal punto di vista turistico ed artistico, come Parigi o Firenze. Purtroppo Torino è anche sottovalutata e non sottolineata. Eppure avrebbe tutto per essere considerata alla stregua delle grandi metropoli visitate dal turismo internazionale, sia culturalmente che paesaggisticamente.
Il Cafè Tabac, dove il LabGraal si è esibito il 22 luglio, è situato in uno dei punti più suggestivi della città, i mitici “Murazzi”. La serata si svolgeva in uno scenario particolare: aveva appena piovuto (ma quando mai non piove, d’estate?) e il Po si esibiva in tutta la sua poesia con il riflesso di una splendida luna.
Il LabGraal ha presentato la sua anima più nascosta, il nostro volto più inedito e intimista, in cui attraverso il flauto e le poesie di Giancarlo, la mia voce e la strumentalità di Luca e Andrea abbiamo voluto condurre il pubblico in un viaggio tra sogno e realtà all’interno delle tradizioni celtiche.
L’effetto era particolarmente onirico, e nonostante il solito caos dei Murazzi e le tante persone intervenute, si è creata una “bolla” spazio-temporale in cui sembrava che tutto si fermasse e regnasse solo un grande silenzio.
Charlie, il “nostro” dj di RadioFlash, organizzatore della serata, era raggiante. Il giornalista Gino Steiner Strippoli ha creato il filo conduttore che ha tenuto incollati i brani, le intuizioni, le poesie.
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