venerdì 25 dicembre 2020

La strana storia del Graal

Vi voglio raccontare una storia. Una storia natalizia, o forse è meglio definirla solstiziale.
Vi racconto la strana storia del Graal.
In tempi immemori, nella notte dei tempi, quando forse ancora gli uomini non avevano le sembianze che hanno ora, è successo un evento che ha segnato profondamente la storia dell’umanità.
E’ sceso qualcosa, qualcuno, dal cielo. Proveniente da fuori del pianeta. E questo evento sarebbe fatto risalire a questo periodo dell’anno, intorno al Solstizio d’Inverno.
Un evento molto misterioso che ha ispirato miti, leggende, tradizioni.
Come il mito del Graal. O di Fetonte.
Sembrano favole, eppure…
Come è possibile che tutti i popoli della Terra abbiano memoria di questo evento? Certo, è una leggenda. Una sorta di fiaba. Ma ogni popolo del pianeta ha la stessa fiaba?
Le leggende parlano di un dono che in epoche ancestrali qualche essere misterioso avrebbe fatto all’umanità di allora, un dono che avrebbe provocato un salto evolutivo aiutando l’umanità a liberarsi dei grandi giganti che la stavano opprimendo, che usavano gli uomini di allora come cibo e come schiavi.
Praticamente, come noi oggi trattiamo gli animali.
Di questo mitico dono disceso dal cielo si parla ad esempio nella leggenda irlandese dei Tuatha de Danann, così come nel mito persiano di Mithra, o anche nelle leggende Hopi.
Lo stesso Babbo Natale dell’usanza nordica, questa figura strana e misteriosa che arriva dal Nord e ci porta doni, o l’albero addobbato sotto il quale vengono posati i regali, sembrano esempi di questo evento, che si trasmette da un lontanissimo passato.
Le leggende fanno risalire questo evento nel periodo del Solstizio d’Inverno.
Non dimentichiamo che il Solstizio d’Inverno ha un alto valore simbolico perché simboleggia la vittoria del Sole sulle tenebre, come nel simbolo druidico del Sole Nero, che rappresenta l’eclisse.
È un simbolo di rinnovamento e rinascita, quindi un’occasione di riflessione e rinnovamento personale. E in effetti è indubbio che in questo periodo dell’anno si è più portati a riflettere, a fare bilanci della propria vita, anche in prossimità del nuovo anno visto come un nuovo ciclo di esistenza.
Le festività del 2020 purtroppo saranno ricordate come un momento molto buio a causa della pandemia. Ma come dice il motto druidico, poi adottato dalla Riforma, Post Tenebras Lux, alle tenebre succede sempre la luce.
Tornando al Graal, che cosa rappresenta questo oggetto misterioso, di cui molte tradizioni si sono appropriate, una su tutte quella cristiana? L’esoterismo cristiano lo ha cooptato facendolo diventare la coppa in cui Giuseppe d'Arimatea raccolse il sangue di Cristo dopo la sua crocifissione. Del resto il simbolo del Graal era centrale nella spiritualità druidica, tanto da non poter essere soppiantato, ragion per cui la Chiesa lo ha fatto proprio, sovvertendone il significato.
Il Graal in altre tradizioni era visto come una pietra verde, associata allo smeraldo. “Lapsit Exillis”, la pietra venuta dal cielo, è la definizione del Graal che ha dato il cavaliere medievale tedesco Wolfram von Eschenbach.
Anche il mito di Babbo Natale, che nell’iconografia siamo abituati a vedere vestito di rosso, in realtà nella tradizione nordica la figura che ha dato origine al mito e che nei Paesi anglofoni viene chiamato Santa Claus, porta il vestito verde. Un riferimento allo smeraldo caduto dal cielo?
Secondo la tradizione dello sciamanesimo europeo, il Graal rappresenta un evento e contemporaneamente una profezia. L’evento è riferito alla storia di una tradizione proveniente da fuori del pianeta, ricordata anche dal mito di Fetonte. Una consorteria di esseri misteriosi, potremmo definirli alieni, che sarebbero discesi sulla Terra molti milioni di anni fa e avrebbero aiutato gli uomini di allora ad evolvere e a liberarsi delle creature che li tenevano prigionieri.
La profezia è riferita al cammino evolutivo interiore dell’individuo, le potenzialità sopite da risvegliare.
Tuttavia il Graal rimane comunque un simbolo strano e misterioso. Vi siete mai chiesti come mai questo simbolo ricompare periodicamente nella storia? Sembra non muoia mai.
Nell’alto medioevo, è comparso come per caso nel libro “Le Roman de Perceval” di Chrétien de Troyes, nel 1.100. Nel libro si narra di una strana processione in cui compare il Graal, ma non spiega di che cosa si tratti. È considerata la prima opera letteraria che fa cenno al Graal, e da quel semplice accenno farà da modello ai molti successivi romanzi ispirati alla leggenda del Graal. Da allora verrà ricordato nella letteratura, nei libri e ai giorni nostri, anche nei film.
Ma che cos’è realmente il Graal?
Seguendo il filo della leggenda, da questo strano dono avvenuto in epoche arcaiche, sono nate tradizioni presenti ancora oggi sulla terra.
Facendo un sincretismo delle leggende che riportano questo evento, si possono trovare dei punti in comune. Il ricercatore Giancarlo Barbadoro, studioso dello sciamanesimo druidico, ha tracciato una storia fissando gli elementi che coincidono nelle varie tradizioni:
“Ai primordi della storia dell’umanità, una creatura divina, da alcuni identificata nella figura dei mitici Elohim, scende dal cielo e dallo smeraldo che porta sulla sua fronte, creature semidivine, custodi dell’Eden primordiale, ricavano una coppa di conoscenza che viene consegnata ad Adamo ed Eva.
Quando i due progenitori vengono cacciati dal paradiso terrestre, la Coppa passa di mano in mano, dal tempo dell’Eden sino alla terra d’Egitto, dove viene custodita da Osiride che con essa rende grande il suo regno. Dopo la morte di quest’ultimo, ucciso da Seth, la coppa del Graal va perduta.
Viene ritrovata dal faraone Ekhnaton, che tenta di ricostruire l’antico splendore, ma dopo la sua morte essa rimane preda dei figli di Seth e viene portata in salvo sulla Terra Iperborea, dove viene gelosamente nascosta e protetta.
Secoli dopo sarà compito di Re Artù e dei Cavalieri della Tavola Rotonda, guidati da Merlino il druido, il tentare di recuperarla attraverso le lande europee per portarla al castello di Camelot dove rifondare il perduto Eden.”

Prendendo spunto dalle varie interpretazioni che vengono attribuite al Graal, possiamo fissare alcuni punti fondamentali:
- Il Graal compare e scompare nella storia e lo vede solo chi lo sa vedere.
- Il Graal rappresenta una conoscenza antica.
- Il Graal rappresenta una ricerca spirituale.
- Il Graal è un oggetto immateriale, non fisico.
Questa storia, cosa ci può suggerire a livello personale?
E’ indubbio che questo periodo dell’anno non lascia indifferenti, e non solo per la strenua ricerca dei regali o delle ricorrenze. C’è qualcosa che va oltre tutto questo.
Si diventa riflessivi, si fanno bilanci sull’anno che sta per concludersi, si fanno progetti su quello a venire. Ma soprattutto, è come se ci si aspettasse qualcosa, anche se non sappiamo esattamente cosa.
E se fosse il ricordo ancestrale di quello che è successo milioni di anni fa?
Se conservassimo, nel nostro profondo, una memoria di ciò che è successo?