giovedì 26 agosto 2010

DANZARE NEL VENTO


Agosto 2010

Tra le tante esperienze che hanno caratterizzato questi mesi intensi, le Kemò-vad ha avuto sicuramente un posto importante.
La Kemò-vad è una forma di meditazione dinamica con una storia millenaria che ha origine dall'antico druidismo europeo. Utilizzata in seno alla disciplina di arti marziali dell'ordine monastico-guerriero dello Za-basta, costituiva l'apprendimento individuale dell'arte del combattimento e la preparazione interiore all'esperienza mistica della conoscenza dello Shan, il nome con cui gli antichi druidi definivano la Natura nel suo aspetto immateriale.
Giancarlo ed io abbiamo appreso questa disciplina nei nostri incontri con le consorterie druidiche della foresta di Brocéliande, in Bretagna, e ce ne siamo innamorati.
Era da tempo che coltivavamo l’idea di diffondere questo metodo naturale, e la recente attività del Cantiere Culturale di Dreamland ce ne ha dato l’occasione.
Il Cantiere Culturale di Dreamland è una continua fucina di idee e di esperienze. Una Factory in cui si affrontano temi legati alle scienze antiche di Madre Terra. Si parla di UFO, di astronomia, di gemmologia, di meditazione e tutti quei temi che l’attuale conservatorismo delle idee impedisce di trattare in maniera approfondita.
E’ proprio nel Cantiere, nell’ambito del laboratorio riservato ai soci, che si è creata l’occasione per attivare una palestra di Kemò-vad.
Il termine Kemò-vad significa "la Danza del Vento". Significa “danzare nel vento divino”, vivere nel ritmo del divenire cosmico del Vuoto.
La Kemò-vad è una tecnica che riassume in sé gli elementi della meditazione dinamica, della ginnastica olistica e della danza sacra dei Popoli naturali. Non una danza vera e propria ma una via di mezzo tra l'arte ginnica e un’arte marziale dolce, dove l'avversario non è inteso come un altro uomo ma come la possibilità di interazione con l'esistenza. L’esperienza che ne scaturisce già dalle primissime fasi è un senso di benessere generale e di armonia, che cresce progressivamente con l’instaurarsi di una interazione con l’esistenza, partendo dalla realtà quotidiana per arrivare alla contemplazione della Natura su un piano mistico.
La pratica di palestra si svolge a contatto con la natura, e cosa c’è di meglio che praticare la Kemò-vad all’interno di un cerchio di pietre che rispecchia l’antica filosofia dei druidi?
Tuttavia occorre pensare anche ai mesi invernali, e vista l’affluenza e l’interesse, abbiamo visto che gli spazi di Dreamland cominciavano a non essere più sufficienti. Ma subito si è presentata l’occasione perfetta per noi: la palestra della scuola media di Fiano, a due passi da Dreamland. Grande, luminosa, spaziosa.
E così la prima palestra di Kemò-vad in Italia, la Palestra Sole Nero, aprirà ufficialmente le sue attività ad ottobre, presso la nuova sede, con un Corso di Base gratuito per i soci della Ecospirituality Foundation. Altre palestre si stanno attivando in Italia.
Danzare nel vento per divenire aria nell'aria, per incontrare il silenzio con cui si mostra la vera natura dell'esistenza. Un silenzio che ci fa dimenticare le problematiche del momento e ci mostra la luccicanza dell'invisibile.
Questa è Kemò-vad.

UN INCONTRO PARTICOLARE


Agosto 2010

Partecipare al Forum sui Popoli Indigeni dell'ONU di New York significa venire in contatto con molte persone particolari, tutte unite dall'intenzione di tutelare le loro tradizioni o di aiutare i popoli autoctoni a farlo. La nostra partecipazione al Forum di quest’anno è stata densa di esperienze e di contatti forse più del solito. Le nostre conferenze sui Nativi europei durante gli Special Events del Forum hanno suscitato un grande interesse verso una tematica poco conosciuta. Infatti quando si pensa ai Nativi si pensa agli Apache, agli aborigeni, quasi mai ai Nativi europei. A seguito dei nostri interventi abbiamo incontrato molte persone speciali, e Andras Corban Arthen è uno di questi.

Andras è spagnolo, scozzese e americano allo stesso tempo. Originario della Galizia, vive nel Massachusetts ed è membro della Anamanta Tradition, una comunità autoctona che conserva e tutela antiche tradizioni Native europee provenienti dalla Galizia e dalla Scozia. E’ direttore della EarthSpirit Community e membro dello staff del Parliament of the World's Religions.

Andras è rimasto colpito dal nostro lavoro alla tutela delle tradizioni dei Nativi europei, molto simile al suo, e ci ha chiesto di incontrarci.

Abbiamo passato insieme una giornata a Dreamland, con l’aiuto di Vince per le traduzioni, durante la quale ci siamo stupiti per la quantità di cose in comune, per gli interessi simili, le passioni e soprattutto il comune intento nel voler dare una continuità alle tradizioni celtiche.

Come spesso succede nei nostri incontri, abbiamo scoperto che ci legava anche la musica. E’ anch’egli musicista, ed è stato naturale, tra i tanti progetti scaturiti, programmare anche una sessione musicale. Ora Andras è entrato a far parte dello staff della Ecospirituality Foundation nell’ambito del Collegio Tradizionale.

Il nostro Willy, il membro della comunità felina che nelle loro ultime elezioni i gatti hanno eletto come addetto alle pubbliche relazioni (e soprattutto, essendo egli antropologo e profiler, per valutare chi siano i nuovi arrivati), ci ha fatto capire che l’ospite era OK.


IL LABGRAAL “MISTICO” AI MURAZZI

Luglio 2010

Dopo aver dedicato alcuni concerti all’anima più estroversa e tribale della nostra musica abbiamo voluto concederci una pausa “mistica” e lo abbiamo fatto in uno dei luoghi più evocativi della nostra città: i Murazzi.
Ho sempre sostenuto che Torino è una città con molte anime che nulla ha da invidiare ad altre città molto più famose dal punto di vista turistico ed artistico, come Parigi o Firenze. Purtroppo Torino è anche sottovalutata e non sottolineata. Eppure avrebbe tutto per essere considerata alla stregua delle grandi metropoli visitate dal turismo internazionale, sia culturalmente che paesaggisticamente.
Il Cafè Tabac, dove il LabGraal si è esibito il 22 luglio, è situato in uno dei punti più suggestivi della città, i mitici “Murazzi”. La serata si svolgeva in uno scenario particolare: aveva appena piovuto (ma quando mai non piove, d’estate?) e il Po si esibiva in tutta la sua poesia con il riflesso di una splendida luna.
Il LabGraal ha presentato la sua anima più nascosta, il nostro volto più inedito e intimista, in cui attraverso il flauto e le poesie di Giancarlo, la mia voce e la strumentalità di Luca e Andrea abbiamo voluto condurre il pubblico in un viaggio tra sogno e realtà all’interno delle tradizioni celtiche.
L’effetto era particolarmente onirico, e nonostante il solito caos dei Murazzi e le tante persone intervenute, si è creata una “bolla” spazio-temporale in cui sembrava che tutto si fermasse e regnasse solo un grande silenzio.
Charlie, il “nostro” dj di RadioFlash, organizzatore della serata, era raggiante. Il giornalista Gino Steiner Strippoli ha creato il filo conduttore che ha tenuto incollati i brani, le intuizioni, le poesie.

KELTIC POW WOW


Luglio 2010

Il 18 luglio a Dreamland si è svolto il Keltic Pow wow, per la prima volta in Italia. L’intenzione del LabGraal nell’organizzare questo evento era quella di dare visibilità allo spirito tribale della cultura celtica. La manifestazione si svolgeva a Dreamland, nel Parco della Mandria, dove abbiamo la sala prove e dove esiste il grande cerchio di pietre che ricorda il sito megalitico di Stonehenge.
L’evento ha richiamato centinaia di persone attratte dal fascino della musica celtica e della cultura tribale delle antiche tradizioni europee. Durante la giornata i momenti dinamici si sono alternati ad esperienze intimiste. I danzatori del gruppo Triskel hanno coinvolto i partecipanti in frenetiche danze celtiche, il flauto di Giancarlo ha incantato il pubblico all’interno del cerchio di pietre. Le cornamuse, i tamburi e soprattutto il concerto del LabGraal hanno affascinato i convenuti, creando l’atmosfera dei “Ceilidh” del Nord Europa unita a quella degli incontri intertribali dei Nativi americani.
L’incontro ha attirato un pubblico eterogeneo in cui non esisteva divario generazionale. Si respirava l’aria delle feste celtiche scozzesi e irlandesi, complice anche il tempo che ha concesso una tregua nel grande caldo scoppiato in luglio. Tutti quanti hanno partecipato con entusiasmo alle molteplici proposte e all’incalzare del programma. Il buffet celtico vegetariano offerto dal LabGraal è andato letteralmente a ruba, così come l’idromele e il sidro. Il momento più atteso era il nostro concerto, che ha coinvolto tutto il pubblico nelle musiche e nelle danze.
Come tutti gli eventi organizzati dal LabGraal, anche questa iniziativa era rigorosamente gratuita, secondo lo spirito delle migliori feste celtiche. Abbiamo però voluto dare anche un risvolto benefico alla manifestazione, con un mercatino dell’usato dedicato agli animali assistiti dall’associazione SOS Gaia che noi sosteniamo. L’evento si è concluso con un grande falò di mezzanotte attorno al quale si sono improvvisate danze tribali collettive al suono della cornamusa e dei tamburi.

COLONIA SONORA

Giugno 2010

Essere l’unico gruppo di musica celtica in una rassegna rock-metal dà una certa soddisfazione. Vuol dire che nel nostro lavoro di questi anni siamo riusciti a far capire il messaggio. La musica celtica, quella vera, non è una sorta di ninna nanna, né una fotocopia di cose morte da far per forza resuscitare, né un manierismo per pochi eletti.
La musica celtica, quella vera, è fracasso, è dinamite, è rock del più tribale. E soprattutto, è un canto di libertà. Indubbiamente la musica celtica ha anche un’anima intimista, rivolta a quell’aspetto segreto dell’esistenza che risveglia il lato mistico nascosto in ognuno di noi. Ma quello che emerge di primo acchito è la sua anima coinvolgente che travolge chi vi si accosta.
Questo è ciò che abbiamo imparato e assorbito nei paesi dove questo genere musicale è ancora vivo e vitale. Non musica di maniera, non uno sguardo verso il passato, ma una continuità con le nostre radici, protesa verso il futuro.
Quest’anno il festival Colonia Sonora era particolarmente ricco di nomi di statura internazionale. Alice in Chains, Deftones, Motorhead, Fear Factory, Bullet for Valentine e tutto il tour dei Gods of Metal. E noi eravamo fieri di essere inseriti in un cartellone così prestigioso.
La serata di sabato 19 giugno era dedicata al concerto del LabGraal. La giornata non era iniziata sotto i migliori auspici: la “tempesta del secolo” era già iniziata al mattino su tutto il Piemonte, e invece di calare di intensità, nel pomeriggio c’è stata anche la “grandinata del secolo”... Non ricordo una grandinata di quell’intensità e vastità. Ha imbiancato tutta la zona come fosse nevicato in giugno. Ovviamente non pensavamo minimamente che il concerto si potesse fare in quelle condizioni. Invece, come spesso accade per i nostri concerti, il tempo è andato progressivamente migliorando e la serata, come per miracolo, si è svolta normalmente. Quello che più ci ha colpito è stata l’affluenza del nostro pubblico, un mare di gente nonostante il freddo (in giugno!) e gli allagamenti a Torino e dintorni. Crediamo di aver ricompensato la determinazione dei nostri fans con dei brani assolutamente inediti dal nostro prossimo nuovo CD, in cui emerge la nostra anima più tribale. Il pubblico ci ha premiati come al solito con il suo calore e il suo affetto.

IL CUORE ANTICO

Maggio 2010

Ancora frastornati dall’esperienza newyorkese, io e Giancarlo ci siamo trovati catapultati nel caos del Salone Internazionale del Libro di Torino per presentare il nostro libro “Il Cuore Antico”. I nostri editori della Keltia Editrice avevano organizzato un evento che ha raccolto un folto pubblico per promuovere un libro che ci è costato anni di fatica, di ricerche e di incontri attraverso i paesi celtici di mezza europa. Lo spessore del libro (320 pagine) fa intuire lo sforzo considerevole nel raccogliere pazientemente testimonianze, documenti, storie dimenticate, il tutto nell’intento di formare un puzzle che potesse colmare l’enorme lacuna della storia ufficiale per quanto riguarda la grande civiltà europea che ha preceduto la nostra. Nella nostra presentazione al Salone del Libro abbiamo parlato del processo della colonizzazione che ha portato gli europei a invadere e impadronirsi di vaste regioni continentali del pianeta, cancellando la cultura delle popolazioni esistenti per imporre uno stato di fatto che replicava la cultura degli invasori. Abbiamo parlato della Discovery Doctrine, la bolla papale del 1400 che ha decretato e giustificato la colonizzazione europea degli altri continenti. Principio che permetteva agli invasori di impadronirsi delle terre invase e di fare tutto ciò che volevano delle popolazionie esistenti su quelle terre. La Bolla papale della Discovery Doctrine non è mai stata abolita. Abbiamo anche stigmatizzato il fatto che se pur proprio dall'Europa partiva la colonizzazione del pianeta, anche il nostro continente ha subito le identiche persecuzioni degli altri popoli. In Europa vivevano anticamente popolazioni autoctone. Alcune originarie di questo continente, altre giunte dall'Africa almeno 50-60.000 anni orsono. La loro presenza ha consentito di edificare una grande civiltà che nulla ha da invidiare all'antico Egitto o alle culture del medioriente. Tuttavia questa civiltà pacifica e evoluta venne aggredita e distrutta prima dall’Impero romano e poi dal cristianesimo. Entrambi utilizzarono le tecnologie dell'antica civiltà europea nascondendo e distruggendo le sue vestigia e integrando forzatamente milioni di individui o sterminandoli, come per i Catari, quando resistevano. Oggi in Europa sopravvivono molte comunità tradizionali di culture native che, memori della lezione del passato, nascondono la loro presenza agli stati europei per paura di possibili persecuzioni. E’ proprio attraverso il contatto con queste culture, le cosiddette “Famiglie Celtiche”, che il nostro libro ha potuto essere scritto. Abbiamo raccontato queste nostre esperienze nel caos del Salone del Libro, e ci è sembrato che l’estrema attenzione dei presenti facesse diminuire il frastuono intorno a noi. Ogni volta mi stupisco per il grande interesse suscitato da questi temi e per la curiosità che si crea intorno alla nostra vera storia, alle nostre vere radici. Tematiche apparentemente inesistenti, trattate poco e male dalla scienza ufficiale, che ogni volta riescono a calamitare l’attenzione del pubblico.