domenica 27 febbraio 2011

Cose & Cose


Tante cose. Diventa difficile raccontarle, ma il blog è anche un modo per fermarsi a riflettere sulle cose fatte e quelle da realizzare.
In questi ultimi mesi lo scrivere ha prevalso (ahimé) sulla musica, o meglio le ha tolto del tempo.
La stesura del testo L’Antico Libro delle Gemme mi ha portato via parecchio tempo e attenzione, ma ora è finalmente uscito per le Edizioni Triskel, e tra non molto (in occasione del Salone del Libro) uscirà anche per la Keltia Editrice.
Il libro è il frutto di una ricerca che mi ha sfibrato parecchio ma è stata anche piuttosto esaltante, in quanto si è trattato di fare una comparazione tra le culture dei Popoli nativi di tutto il pianeta, e ancora una volta è stato sorprendente notare quanto queste tradizioni siano legate.
Anche se la musica rimarrà sempre la mia passione più grande, scrivere è appagante poichè costringe a fermarsi e a guardarsi dentro per poter comunicare qualcosa ad altri. In fondo, dedicarsi alla creatività, che sia scrivere o comporre musica, fa emergere una parte nascosta di noi e ci mette in contatto con una dimensione più vasta, invisibile, da cui traiamo le idee che magicamente vengono fuori come da un nulla in cui erano già lì pronte ad aspettare che qualcuno le cogliesse. 
Sempre sul fronte letterario, c’è una bella novità: la nuova rivista online Shan Newspaper (www.shan-newspaper.com ). E’ una grande soddisfazione fondare una rivista: mette in moto creatività, progetti, collaborazioni. E soprattutto permette di dare voce a chi non ce l’ha, come i Popoli invisibili delle tradizioni native, e di dare spazio a tutti quegli argomenti che l’attuale  conservatorismo delle idee tratta poco e male. Alla nuova rivista collaborano giornalisti e scrittori che ci fanno l’onore di partecipare a questa impresa entusiasmante, e il fermento che si sta creando attorno a Shan Newspaper attiva continuamente nuove idee e richiama nuove collaborazioni.
L’altra attività che ha coinvolto parecchia della mia attenzione è la Kemò-vad.
Giancarlo Barbadoro ed io abbiamo preso un impegno con la comunità druidica bretone di Paimpont e lo stiamo portando avanti cercando di meritarci la fiducia che ci è stata data.
La Kemò-vad è “danzare nel vento”, la meditazione dinamica dell’antico druidismo che proviene da una tradizione millenaria. Dai nostri contatti ormai decennali con la comunità druidica della foresta di Brocéliande è nata l’intenzione di diffondere questa tecnica che deriva da una antica disciplina monastico-guerriera, così facile e nel contempo profondissima.
L’attenzione verso i corsi che abbiamo attivato ci hanno incoraggiato a continuare. E’ nata una prima palestra e se ne stanno aprendo altre, e soprattutto abbiamo fondato la Scuola di Kemò-vad Sole Nero, con prospettive di diffusione nazionale. Potete farvi un’idea al sito www.kemovad.org.
Dal lato musica, siamo sempre in movimento, e ora il LabGraal è veramente a un passo dall’uscita del nuovo CD, anche se per scaramanzia non faccio previsioni. Stiamo lavorando sodo, ma non voglio dire altro.
Ogni tanto ci prendiamo una boccata d’aria con un po’ di musica dal vivo, come è stato per la bellissima festa di Capodanno a Dreamland. Un’atmosfera davvero magica.
Accanto a tutto questo c’è sempre e comunque SOS Gaia, che ha un posto previlegiato nel mio cuore. Che io sia in Australia, in America, o in cima a una montagna, il collegamento con i miei amici più cari è continuo. Mi riferisco ovviamente agli animali assistiti da SOS Gaia, i quali stanno crescendo di numero ma hanno tutti un trattamento da re. I casi sono sempre tanti e difficili, ma ho la presunzione di pensare che SOS Gaia sia speciale, perchè li considera “persone”, con la loro intelligenza e cultura, alla pari. E i nostri amici ci ripagano non solo con un amore sconfinato, ma soprattutto con la dignità che a loro volta danno a noi, mettendoci a parte delle loro intuizioni e della loro cultura, comunicandoci le loro scoperte. Il confronto con gli amici di altre specie è fonte di inesauribili sorprese e ci fa scoprire lati inediti di noi stessi.

sabato 26 febbraio 2011

TEMPUS FUGIT...


Tempus fugit...
Siamo su un treno in corsa, ma in corsa verso dove? O verso cosa?
L’unica risposta possibile è: verso la morte. Non è questione di essere catastrofici, pessimisti o sinistri: è semplicemente una constatazione logica.
Qual è il vero scopo della vita? Morire, ovvio. Stiamo correndo a perdifiato verso quel traguardo, quindi è evidente che lo scopo è quello.
Ogni giorno segnamo una tacca sul muro: un altro giorno in meno. Ogni compleanno festeggiamo un anno in meno da vivere. Ogni capodanno festeggiamo... che cosa? di essere arrivati almeno fin lì.
La cosa buffa è che tutti sembrano avere una gran voglia di far correre il tempo ancora più veloce. La fretta di arrivare al momento della vacanza, la noia delle ore che in ufficio non passano mai, c’è sempre un buon motivo per aver voglia di accelerare il ritmo dell’orologio. Si è continuamente protesi verso il futuro, verso qualche cosa da raggiungere o da fare, qualche progetto da realizzare.
In compenso si è anche condizionati dal passato, quel passato che molte volte ipoteca le nostre scelte e determina i nostri stati d’animo.
Ma il presente, quando caspita è che lo viviamo? Ecco, mentre lo dico, è già passato. Bella fregatura!
Eppure c’è un tempo “fermo”. Sì, il tempo lo si può fermare. Un esempio? Provate a giocare a nascondino con il vostro gatto. Vince sempre lui, non c’è santo. Sapete perchè? Perchè lui sa “fermare” il tempo. Lui, al contrario di noi, ha tutto il tempo del mondo. Può stare nascosto anche un giorno intero, finchè voi non vi stuferete di cercarlo, e lui avrà vinto. Il gatto non corre dietro il tempo, è fermo, lascia che sia il tempo a scorrere.
Ci sono altri modi di fermare il tempo. E sono certa che anche voi li conoscete, perchè li avrete sperimentati almeno una volta nella vita.
Sono quei momenti in cui sembra che tutto si immobilizzi, in cui non esiste altro che il presente. Sono momenti senza tempo, in cui esistiamo solo noi stessi e la nostra esistenza. Momenti preziosi, che dovrebbero insegnarci qualcosa. Dovrebbero almeno farci intuire che forse la vita non è tutta lì, non è solo una corsa dietro agli impegni, i progetti, il mondo degli altri.
Ma poi il momento magico passa, e crediamo che sia stata solo una fantasia.
Invece magari è un bug di matrix che ci fa intravedere per un attimo la realtà che è dietro la finzione del videogioco.