giovedì 3 settembre 2009

NELLA FORESTA DI BROCELIANDE


"L’acqua di Barenton fa bollire tutto pur essendo più fredda del marmo”, Chrétien de Troyes.
Io e i miei compagni di viaggio abbiamo vissuto dei momenti speciali a contatto con la fontana di Barenton, chiamata anche la “fontana di Merlino”, nella foresta di Brocéliande.
La fontana è ammantata di leggende e credenze. Si dice che sia il posto dove Merlino è diventato druido, si parla di poteri magici dell’acqua, si celebrano ancora oggi riti propiziatori e druidici a contatto con questa fonte speciale. E in effetti speciale lo è davvero: l’acqua di Barenton “bolle” anche se freddissima. Di tanti in tanto, solo in rari momenti, dal fondo della fontana si sprigionano tante bollicine che emergono in superficie dando l’impressione del bollore. I ricercatori hanno cercato di spiegare il fenomeno parlando di emissione di azoto. Ma questo non basta a spiegare la causa del fenomeno. La fonte è considerata sacra e miracolosa, e molti vengono qui a far rifornimento di acqua da usarsi per terapeutica. Questo mi ricorda quello che raccontano i miei amici Apache sull’utilizzo delle sorgenti che si trovano su Mount Graham, la loro montagna sacra.
Quando siamo arrivati alla fontana, seguendo un sentiero nel bosco talmente incantato che sembrava abitato dal Piccolo Popolo, siamo rimasti lì in contemplazione di quel posto che sembrava non esistere veramente. Ci siamo ritrovati a fissare l’acqua, nessuno aveva voglia di parlare, e subito la fontana ci ha “risposto” con centinaia di bollicine. La fontana ci ha dispensato il suo potere più di quanto potessimo immaginare: il fenomeno si è verificato ripetutamente, fino ad un saluto finale, prima che ce ne andassimo.
Nella foresta di Brocéliande possono capitare cose alquanto strane. Si possono fare incontri particolari, o avere delle “visioni”. Sembra che qui tutto possa succedere.
Il posto chiamato la “tomba di Merlino” è in realtà un luogo di culto dove ancora oggi i druidi locali celebrano le loro cerimonie. Il luogo e la zona circostante sono disseminati di offerte votive: migliaia di bigliettini con richieste e pegni vengono depositati nelle fessure del masso che indica simbolicamente le spoglie del famoso Druido e sugli alberi vicini. Centinaia di offerte sotto forma di piccole opere fatte di pietra sono lasciate in una radura nei pressi. Costruzioni antropomorfe che ricordano gli Inukshuk dei Nativi del Canada, corone di foglie, ghirlande e quant’altro, pegni personalizzati di anonime persone che lasciano un po’ di se stesse in quel luogo. Lo abbiamo fatto anche noi, per lasciare un segno della nostra presenza e per rafforzare il legame con quel magico posto.
Nel cuore della foresta, a Trehorenteuc, esiste un'abbazia che è un vero e proprio museo del Graal. E’ una chiesa antica che un abate ha modificato sostituendo tutte le effigi cristiane con simboli legati alla leggenda del Graal. L’Abbé Gilard, dagli anni ’40 in poi, fino alla sua morte avvenuta alla fine degli anni ’70, ha consacrato questa chiesa al Graal: non esiste neppure un simbolo cristiano, solo simboli celtici. Sembra una risposta del druidismo locale alla distruzione sistematica che il cristianesimo nel tempo ha operato nei confronti dei simboli celtici e delle tradizioni druidiche.
La chiesa di Trehorenteuc non è solo una esposizione permanente della leggenda del Graal: è un vero e proprio libro esoterico, con messaggi nascosti che ad ogni visita si rivelano. Come il numero aureo inciso sul retro di una colonna, 1,618, o la via crucis reinterpretata con i personaggi arturiani, o i dipinti esoterici alle pareti.
Nella frase che accoglie i visitatori sulla porta della chiesa c’è la spiegazione di tutto, è il manifesto programmatico dell’Abbé Gilard: “La porte est en dedans”.

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