mercoledì 2 settembre 2009

LA PIRAMIDE DI BARNENEZ


La Bretagna non finisce mai di stupire. Ogni volta che credo di conoscerla, ecco che mi riserva nuove sorprese.
E’ accaduto anche in questo viaggio, e l’occasione è stata l’escursione alla piramide di Barnenez. Che anche in Europa esistano le piramidi, non è cosa nota a chiunque. Il megalitismo è un fenomeno che passa inosservato seppur così imponente. Non se ne parla a scuola, non vengono intrapresi seri studi sull’argomento. I ritrovamenti sono spesso frutto di scoperte fortuite, quasi sempre da parte di ricercatori autodidatti, appassionati del settore. Molti reperti sono stati sistematicamente distrutti, a volte involontariamente, per via della poca importanza che viene attribuita a questo tipo di vestigia; il più delle volte volontariamente, da parte di quei centri di potere che nel tempo hanno cercato di distruggere la cultura celtica e pre-celtica, una cultura imbarazzante che ci mette a confronto con una storia sconosciuta che nega con ogni evidenza quella ufficiale.
Ma se il megalitismo costituito da dolmen, menhir, cromlech è abbastanza noto, non lo è quasi per nulla quella parte del megalitismo costituita dalle piramidi. O meglio: la cultura dominante associa le piramidi esclusivamente all’Egitto. E invece le piramidi esistono in tutto il mondo, e anche l’Europa (Italia compresa) ne è piena.
In Bretagna, a Bernenez, nel Finistére, esiste una piramide imponente che lascia senza fiato. E’ una piramide a gradoni, di 75 metri di lunghezza per 28 di larghezza, che ricorda il complesso megalitico di Yonaguni, sommerso nel mare del Giappone.
La piramide di Bernenez è situata in cima ad una collina che domina la baia circostante, un posto suggestivo, isolato dal mondo. E’ percorsa in larghezza da cunicoli che conducono ad altrettante “camere”. Con i suoi 6500 anni, è considerata una delle piramidi più antiche d’Europa. Sono moltissime le credenze locali legate alla piramide di Bernenez. Secondo una di queste, la “Casa delle Fate”, come viene chiamata, sarebbe attraversata da un tunnel sotterraneo che prosegue fuori, nella profondità del mare circostante.
L’escursione a Barnenez ci ha permesso di vedere panorami bretoni inaspettati e sorprendenti.
Il Finistère, nome bretone che tradotto significa “la fine del mondo”, mostra vedute spettacolari dove la terra selvaggia sparisce nell’oceano.
Eravamo noi cinque, formazione LabGraal al completo, con il pulmino e tutta l’attrezzatura per riprese, foto, interviste. Versione reporters per ShanCommunityRadio.
Per arrivare a Barnenez abbiamo attraversato il Morbihan e il Finistère, fino alla Cote d’Armor, passando attraverso spettacoli sconvolgenti. Le Montagnes Noires, sul confine tra il Morbihan e il Finistère, o i Monts d’Arrées, sono posti che lasciano senza fiato. Noi Labs ritrovavamo in quella escursione il Boulder Country australiano, la Black Isle scozzese, la Tara Hill irlandese, la Signal Hill dell’Arizona. Tutto in una volta sola. E mettiamoci pure anche Dreamland. Il gemellaggio è evidente: il contatto con questa terra bretone mi fa sentire ancora più forte il legame con la mia terra sacra.

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