sabato 12 settembre 2009

BRETAGNE, TERRE SACRÉE

Le componenti dei nostri viaggi in Bretagna sono sempre molte, i contatti si moltiplicano anno dopo anno e così pure le cause irrinunciabili. Abbiamo incontrato Loran dei Ramoneurs de Menhirs, un gruppo punk-bretone che si dedica anima e corpo alla difesa della Foresta di Brocéliande. La mitica foresta, simbolo e sede naturale dei druidi della Bretagna, è oggi a rischio per via di uno scellerato progetto che prevede di trasformarla in una enorme discarica. Loran fa parte del comitato Les Sorcières de Brocéliande che raduna tutte le associazioni che si oppongono al progetto. Noi della Ecospirituality Foundation naturalmente abbiamo dato il nostro supporto e già da un anno stiamo dando la massima visibilità a questa lotta, per fermare lo scempio.
Ora con Loran stiamo progettando iniziative culturali e musicali internazionali per aumentare la visibilità e dare più forza alla lotta.
La Foresta di Brocéliande è per me e Giancarlo un appuntamento irrinunciabile, fonte di ispirazione e occasione di incontri sorprendenti. Inoltrarsi nella foresta, lasciarsi andare al suo silenzio, significa entrare pian piano in un’altra dimensione, dove sembra che possa accadere qualsiasi cosa. Una sensazione analoga l’avevo provata in Australia, nel Bunyip Park, dove noi del LabGraal avevamo avuto degli incontri con esseri molto particolari, di cui ancora oggi abbiamo un ricordo indelebile e purtuttavia ci viene il sospetto di aver sognato tutto.
Insieme ai testimoni viventi dell’antica tradizione, incontriamo altri testimoni, altrettanto viventi ma meno umani: i menhir, i dolmen, i cromlech, i tumulus, le antiche fonti sacre. La Bretagna ne è zeppa, a dimostrazione di un’antica scuola druidica che ha lasciato imponenti tracce. Nonostante la scientifica distruzione del druidismo programmata dalla grande religione che voleva distruggere le precedenti ideologie pagane, l’Antica Religione compare in tutti gli angoli: nelle chiese, nei riti e nelle celebrazioni, nelle usanze, nei simboli e soprattutto negli imponenti templi di pietra.
Ogni volta ne scopriamo di nuovi, che si mostrano quando è il tempo giusto. Spesso sono custoditi da animali che sembrano prendersene cura: a volte un corvo, a volte un gatto nero, a volte un cane. Ci accolgono, ci salutano e ci accompagnano nella visita. Ieri, mentre ero al cospetto di un impressionante dolmen semisconosciuto, nel cuore di una suggestiva radura, mi sono sentita osservata: era una gattina, la guardiana del posto, che recava un messaggio per me. L’ho raccolto e conservato nel cuore, confortata dal suo significato.
Come sempre mi accade quando sono qui in Bretagna, mano a mano che il tempo passa scivolo sempre più in una dimensione onirica e senza tempo. Mi sembra di vivere qui da sempre, come se fosse la mia dimensione naturale. Perdo la cognizione del tempo e osservo lo scorrere dei giorni come se guardassi qualcosa che non mi appartiene. Sento invece di appartenere al vento, come se fossi vento nel vento, e alla terra sconfinata che mi culla e mi fa sentire a casa.
So che tutto questo ha una scadenza, so che presto ci sbatteranno fuori da questa bella casetta bretone… e anche da qui il contatto quotidiano con la mia terra e con il mio clan continua come sempre, compresi i problemi di sempre (il pensiero di SOS Gaia non mi abbandona mai).
Eppure, nonostante gli impegni che imperversano anche qui, l’effetto dominante è il grande silenzio che questa terra mi comunica, il suo potere e il suo struggente canto d’amore.

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