Viviamo in un momento di barbarie nonostante ci venga
prospettata la storia dell’umanità come un percorso in evoluzione. Le nuove
tecnologie, le conquiste sociali, il superamento delle guerre in cui morivano
milioni di persone ci possono far credere di vivere in un’epoca civile.
Ma la realtà è tutt’altro che così.
La prova la abbiamo nel trattamento che riserviamo alle
altre specie che convivono con noi sul pianeta. E’ questa la vera cartina di
tornasole. Fintanto che ci saranno altre specie usate, torturate, uccise per il
nostro tornaconto non potremo considerarci una società civile. E’ uno
spartiacque che può essere usato anche per misurare la qualità dei rapporti tra
le persone, o quantomeno, per instaurare rapporti reali, basati sul confronto
con principi che dovrebbero essere imprescindibili.
Sei un cacciatore? Ok, rispetto il tuo modo di pensare ma lo
combatto. Sei un sostenitore della corrida? Ok, non ti auguro di fare la stessa
fine del toro nell’arena, ma cercherò di fare di tutto perché la corrida venga
abolita. Rapporti chiari, insomma, senza falsi buonismi improntati sul “quieto
vivere”. Fa più danni il quieto vivere di una guerra.
Purtroppo anche coloro che amano gli animali non sempre li
aiutano veramente. I contrasti tra animalisti, il sentirsi “più animalista”
degli altri, la continua critica verso le altre associazioni anziché guardare
la propria, sono cose che non aiutano e non fanno bene alla causa. Che dovrebbe
essere, sempre e comunque, l’aiuto agli animali come principio prioritario.
L’aiuto agli animali: ecco un altro bel tema di discussione.
Come li si aiuta veramente? Mutilandoli indiscriminatamente, castrandoli per
eliminare qualsiasi problema? Smembrando le famiglie, dividendole anche quando si potrebbero lasciare insieme?
Trasformandoli in pupazzetti tramite corsi di “educazione” per far giocare gli
umani? Sottoponendoli a training assurdi per curare gli umani con la Pet
Therapy? A questo proposito, perché gli umani non si aiutano tra di loro?
Semplice: perché gli umani non si sopportano. Molto meglio un cane o un gatto
che ti sopporta e ti accetta comunque e che fa qualsiasi cosa per farti
contento. Non perché sia deficiente, ma perché è costretto a farlo.
Tra gli esseri umani ci sono molte persone sensibili che
dedicano la loro vita all’aiuto agli animali. Un numero incalcolabile di
volontari che con un’azione incessante ed encomiabile si affannano a tutelare
gli animali, li curano, li nutrono, puliscono le loro cucce. Eppure tutto
questo non basta. Nonostante la sempre maggiore sensibilità verso il problema
animali, ogni giorno milioni di nostri fratelli animali non-umani sono tenuti
come schiavi negli allevamenti intensivi in condizioni insopportabili. Ogni
giorno vengono uccisi nei macelli, vengono vivisezionati, vengono privati di
qualsiasi dignità. Fortunati quelli che vengono aiutati e tutelati, ma gli
altri? È come cercare di svuotare il mare con un secchiello.
Questa situazione di totale abbrutimento, che porta anche
l’essere umano a perdere la sua dignità, cambierà solo a patto di compiere un
vero salto di mentalità.
Siamo di fronte all’abominio più grande della storia. A
un’azione di crudeltà e sterminio che non ha eguali nella storia dell’umanità.
Un’azione che non ha mai fine, che produce ogni giorno milioni di nuovi schiavi
con l’obiettivo di sfruttarli e ammazzarli.
Se non ce ne rendiamo conto, vuol dire che siamo obnubilati,
ipnotizzati, convinti che sia giusto così. Probabilmente è quello che pensavano
anche i “benpensanti” all’epoca degli schiavi.
Un giorno l’attuale condizione degli animali verrà ricordata
come la più grande vergogna della storia. Un giorno i mattatoi diverranno il
simbolo della più importante battaglia di civiltà compiuta dagli umani.
Ma questo avverrà solo se si farà tutti insieme un grande
passo: quello di lottare contro la mentalità che ci fa considerare “normale”
l’attuale situazione degli animali non umani sul pianeta Terra.
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