lunedì 10 maggio 2010

BACK FROM MARS

"Il Grosso Uccello ci sta riportando a casa nella sua pancia. Era già pronto a riportarci a casa un Grande Pesce, perché la montagna ha sputato fuoco e i Grossi Uccelli non volevano più volare."

E’ il messaggio che ho trasmesso telepaticamente a Michelle, che pazientemente mi sta aspettando nel mio studio. Quando sto via per un periodo piuttosto lungo, mette da parte ogni ritorsione e mi aspetta; quando sto via per poco, se ne va un attimo prima del mio arrivo per farmi capire il suo disappunto. Spero che questo mio viaggio sia stato abbastanza lungo da convincerla a lasciar perdere le ripicche. So che comunque mi aspettano dei lunghi sguardi di rimprovero che mi faranno sentire molto in colpa.

Stiamo tornando a casa dopo un viaggio nello spazio e nel tempo, vissuto come un passaggio dimensionale in una realtà invisibile. Siamo ancora storditi per tutto quello che è successo, per queste settimane che da un lato sono letteralmente volate, dall’altro sembrano anni. Giorni resi ancora più strani dalla strana coincidenza tra il nostro viaggio e l'eruzione del vulcano in Islanda che ha reso improvvisamente precari tutti i collegamenti tra Europa e America.

Ci sembra di aver viaggiato su una navicella spaziale, visitando mondi nuovi. Un viaggio su Marte. Del resto, la General Assembly Hall che ospitava il Forum sembrava proprio una grande astronave.

E l'UFO che ha appena affiancato il nostro aereo, proprio dal lato dove siamo seduti, sembra proprio non essere un abbaglio...

Non riusciamo ancora a renderci conto degli effetti e delle prospettive di questa missione.

Abbiamo mostrato al mondo, in una tribuna internazionale, la realtà dei Nativi Europei; abbiamo presentato il Popolo Shan, togliendolo dall’invisibilità; abbiamo dato dignità alle culture autoctone delle valli del Piemonte, finora viste solo come folklore. Abbiamo letto una declaration sul caso dei Nativi Europei che ora è inserita nelle rassegne stampa dell’ONU; ne abbiamo depositate altre tre, messe agli atti. In una di queste abbiamo chiesto che al prossimo Forum si dedicasse uno spazio per il tema dei Nativi Europei.

Abbiamo organizzato due Special Events all’ONU e presentato un documentario sui Nativi Europei.

Nel Bookshop dell’ONU la nostra presenza è ovunque: libri, CD e DVD del LabGraal, depliant… anche questo è un segno della riuscita della missione.

Ma lo stordimento che ora ci pervade è dovuto anche all’incredibile immersione in una realtà invisibile. Una realtà che non si vede, che non deve esistere. L’Isola che non c’è.

Le nostre giornale a contatto con i mondi Nativi ci hanno messo in relazione con tanti universi che nessuno immagina esistano. Il mondo è pieno di Nativi! Ce ne sono ovunque, grazie al Forum stanno uscendo dall’invisibilità e si rivelano, ognuno con una storia millenaria, con riti e conoscenze ancestrali, con usanze e costumi peculiari.

Tutti diversi eppure così simili nell’anima.

Vivevamo una realtà dicotomica: uscendo dal Palazzo di Vetro ci trovavamo di colpo immersi nell’”altra realtà”, quella del mondo maggioritario, tra schizofrenia, solitudine, e il rumore assordante dei pensieri della gente. Non esiste il silenzio, nella società maggioritaria. Eppure, anche se produce un numero impressionante di infelici, sembra essere l’unica realtà possibile. A New York questa situazione è esasperata: apparentemente è un mondo scintillante, popolato da americani orgogliosi di essere il top dell’umanità. Ma è solo l’apparenza: in realtà si può percepire una moltitudine di gente sola, problematizzata, che corre di qua e di là e si stordisce di cose da fare per la paura di fermarsi e di vedere il vuoto della propria vita.

New York è esagerata in tutto: nelle dimensioni delle auto, nel culto del dollaro, nelle esibizioni spontanee a Times Square, nei continui cortei di protesta, nei grattacieli, nelle svavillanti auto dei pompieri. Sembra un perenne set cinematografico.

Manhattan sorge su un luogo sacro, chiamato dai nativi Mannahatta, “isola dalle tante colline”. Qui esisteva, e risiede ancora, una delle più antiche tribù di Nativi Americani, la Oneida Nation, il cui nome significa “il popolo della Standing stone”. Gli Oneida fanno parte della grande famiglia delle Six Nations, la Confederazione Irochese di cui fanno parte anche i Mohawk del nostro amico Kenneth Deer, fondata sui principi di pace e fratellanza. Spesso è stato detto che la costituzione americana fosse stata in parte ispirata alla Lega Irochese e alla sua Grande Legge di Pace. La Confederazione Irochese vanta un millenario passato fatto di civiltà e democrazia: il sistema a Clan era di tipo matrilineare e governato da un Consiglio che non decideva a maggioranza, ma discuteva e mediava fino a raggiungere l’unanimità. Gli uomini e le donne godevano di pari diritti pur avendo mansioni differenziate. La maggior fonte di sussistenza era costituita dalle coltivazioni, infatti per il rispetto verso le altre creature non era uso comune uccidere e mangiare animali.

Con la Discovery Doctrine questa società basata sulla pace e sulla fratellanza venne distrutta, poichè il sistema a Clan rappresentava un anatema per la religione cristiana, così come la promiscuità e la nudità. La Discovery Doctrine, istituita con bolla papale nel 1452, fu adottata da una legge della Corte suprema degli Stati Uniti. La legge permetteva ai coloni di impossessarsi delle nuove terre con tutto quello che contenevano, nativi compresi.

Migliaia di bambini e ragazzini vennero portati via dalle loro famiglie e inseriti in scuole cristiane per una rieducazione, secondo il tristemente famoso motto “kill the indian, save the man”. Venne proibito loro di vedere i parenti, di usare la loro lingua e le loro usanze. In migliaia sparirono o morirono, chi si salvò subì abusi e schiavitù.

New York, così come tutti gli States, è stata fondata sulla sofferenza dei popoli che l’abitavano. Eppure tutto questo non traspare. I Nativi sono invisibili, gli americani non sanno o non vogliono sapere.

Può sembrare incredibile eppure la strana magia di questa terra violentata si percepisce ancora, dietro lo sfolgorante scenario dei grattacieli. La terra sacra dei Nativi di questo territorio si fa sentire in maniera preponderante a Central Park, luogo lasciato stranamente incontaminato, costellato dalle antiche rocce su cui è sorta Manhattan.

Considerando che la città è cresciuta in altezza per via del boom di persone che nei secoli scorsi hanno dediso di trasferirsi a Manhattan, l’enorme estensione inviolata di Central Park, proprio nel cuore della City, sembra uno strano patto fatto tra gli uomini senz’anima della società maggioritaria e Madre Terra.

Proprio New York è stata scelta per costruire la sede delle Nazioni Unite, simbolo e garanzia di pace tra le Nazioni. Anche qui c’è una contraddizione: il palazzo sorge su un antico cimitero indiano. Ma tra le grandi contraddizioni di questa strana Nazione c’è anche posto per il riscatto, e forse per una riscrittura della Storia, come sembra trapelare da questo Forum.

Mai come nel periodo del Forum si può toccare con mano che esistono due realtà: quella dei Popoli naturali e quella della società maggioritaria. Ci siamo trovati a vivere tra due mondi, lontani tra di loro anni luce. Da una parte un mondo fatto di vita, di libertà e di speranza; dall’altra un mondo di finzione, di solitudine e sofferenza.

Tutto questo ha un perché, ed è emerso in maniera inequivocabile nel corso del Forum. Le grandi religioni hanno disegnato la società maggioritaria e hanno tentato, nel corso dei secoli, di distruggere le società dei Nativi. Ma i Popoli naturali sono sopravvissuti, ed ora le loro società sono in crescita. Grazie alla piattaforma costituita dal Forum i Popoli naturali stanno costruendo una identità comune, rendendosi conto che tutti hanno il medesimo riferimento in Madre Terra. La Ecospirituality Foundation non è estranea a questo processo: fin dai nostri primi interventi all’ONU abbiamo portato avanto la necessità di identificare la matrice spirituale comune dei Popoli indigeni. Il libro che Giancarlo ed io abbiamo scritto con l’incoraggiamento dell’ONU, “I Popoli Naturali e l’Ecospiritualità”, è imperniato su questo concetto. Il riferimento alla Natura è l’elemento in comune dei Popoli nativi; le grandi religioni hanno privato l’uomo di questo riferimento. Senza il contatto con Madre Terra siamo tutti orfani, siamo tutti inesorabilmente soli, staccati dalla nostra matrice.

Il Forum appena terminato è stato emblematico per aver stigmatizzato questo fatto. Ma è solo l’inizio: la Discovery Doctrine, sarà il tema del Forum del 2012, e possiamo immaginare quale sarà il tenore del confronto.

Abbiamo vissuto tutto questo in maniera concentrata e amplificata dalla full immersion. Ora tutte le delegazioni stanno tornando a casa, ma sono certa che ognuno dei loro membri si porta dentro la stessa esperienza. Ognuno con la propria storia, nelle rispettive navicelle, siamo approdati ad una stazione spaziale dove ci siamo confrontati mettendo in comune gli usi e i costumi dei nostri mondi. Ci siamo intesi anche se con linguaggi diversi, ci siamo capiti con uno sguardo. Sono certa che tutti noi, ora, ci sentiamo arricchiti per il tuffo in una conoscenza solitamente negata, e confortati nella consapevolezza di essere tanti, tantissimi, e sempre meno invisibili. Un esercito di Nativi che si riconoscono e si uniscono, con l’intenzione di fondare un mondo nuovo, fatto di amore, di libertà e di felicità.

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