Per
noi che partecipiamo da quasi vent’anni ai Forum di New York e Ginevra sui
Popoli indigeni è sempre un’occasione di constatare quanto sia differente la
società dei Popoli Naturali da quella maggioritaria. I Popoli naturali
impostano la loro società su principi di spiritualità, rapporto con il Mistero,
rispetto per Madre Terra e per tutte le creature che l’abitano, fratellanza tra i popoli, mentre la società
maggioritaria imposta i suoi valori sul profitto, macinando tutto ciò che può
essere utile a questo.
Un
abisso di mentalità, quindi.
I
Popoli nativi sono stati decimati, gli sono state tolte le loro terre e le
tradizioni, rubati i loro figli, eppure non si piangono addosso, al contrario
sono stati capaci di crescere, di entrare nei sistemi dei governi, di entrare
all’ONU costituendo le assemblee più vaste delle Nazioni Unite.
Alcuni
degli esperti nativi che hanno creato l’Expert Mechanism on the Rights of
Indigenous Peoples (EMRIP) sono persone-chiave che hanno dedicato la loro vita
alla battaglia per i diritti dei Popoli indigeni.
Come
ad esempio Chief Wilton Littlechild, Capo della Nazione Cree, con il quale si è
ormai creato un rapporto non solo di reciproca stima e fiducia ma direi anche
di affetto. Wilton è commissario della Truth and Reconciliation Commission del
Canada, un progetto che vuole proporre la
riconciliazione con i loro nemici, con chi li ha sottomessi e dominati
per secoli, al solo scopo di non vivere nella conflittualità. E' un'azione
molto coraggiosa ma è anche frutto di una precisa strategia che vuole portare a
una parità di rapporti tra società maggioritaria e società nativa.
Wilton
Littlechild durante l’assemblea si è messo a nudo pubblicamente raccontando la
sua esperienza personale di bambino violato e del suo processo di guarigione
che lo ha portato a concepire il Reconciliation Process, una strategia e un
metodo di guarigione che sta proponendo anche ad altri ex bambini che hanno
subìto le stesse esperienze.
Seguendo
l’esempio di Chief Wilton si è formato il Global Indigenous Youth Caucus,
composto da ragazzi nativi di tutte le
Nazioni molto consapevoli e agguerriti che portano avanti un coraggioso lavoro
per recuperare le loro origini, la loro storia, la loro lingua. Molti di loro
fanno parte della Stolen Generation, la generazione rubata, e hanno subìto ogni
sorta di violenze fin da piccoli.
Altra
persona-chiave in questo processo è Julian Burger, stimato e amatissimo
professore dell’Università di Essex che per oltre 20 anni ha ricoperto il ruolo
di responsabile
del Progetto Indigenous People dell’Ufficio dei Diritti Umani delle Nazioni
Unite ed è senza dubbio il funzionario ONU che ha contribuito maggiormente a
creare un posto di preminenza per gli Indigenous Peoples.
Incontriamo periodocamente a questi appuntamenti Kenneth Deer,
Nativo Mohawk, giornalista e rappresentante della Comunità Kahnawake del
Canada. Anch’egli ha dedicato la sua intera vita alla causa dei Popoli
indigeni.
Ma ogni anno
abbiamo l’occasione di conoscere tante altre persone con le loro storie,
tranche de vie di Popoli invisibili, come Benki Piyako della Ashaninka Tribe,
Amazzonia, che ha commosso tutti con il suo canto sacro intonato dal tavolo
della presidenza. Benki Piyako ha raccontato i soprusi e i massacri subìti dalla sua
gente, un popolo di cui fino a pochi anni non se ne conosceva l’esistenza. Un
popolo pacifico che definiamo con le sue parole: “Gestiamo in maniera autonoma
le nostre scorte di cibo e la nostra economia attraverso l'uso delle pratiche
tradizionali e dei principi di sostenibilità che contengono. Attraverso
l'educazione, la salute e buone pratiche basate sulle conoscenze ancestrali,
riusciamo a mantenere l'equilibrio dell'ecosistema in cui viviamo. Questo
equilibrio è conseguenza della nostra millenaria storia di vita nella foresta,
in connessione con il mondo spirituale che rappresenta la connessione tra gli
uomini, la Terra e l'Universo, che è la base delle nostre tradizioni.”
Eppure questa società illuminata è minacciata dal contatto con la
società maggioritaria che tenta in tutti i modi di privare gli Ashaninka delle
loro risorse naturali.
Tra i vari incontri che abbiamo avuto, citiamo Ben Sherman, Oglala Lakota, Presidente
World Indigenous Tourism Alliance, il quale ha letto una accorata declaration
stigmatizzando i danni provocati dalla Discovery Doctrine, la bolla papale del
1400 emessa dalla Chiesa cattolica che è stata l’origine di tutti i massacri e
i soprusi avvenuti con le colonizzazioni. Bolla papale che non è stata ancora
abolita e pertanto è tuttora in essere.
Dal
canto suo, la Ecospirituality Foundation ha presentato un appello per le
Comunità autoctone dell’Europa, facendo presente che esistono Comunità native
anche nel Nord Italia con una loro lingua e una loro tradizione. A Dreamland,
in Piemonte, la Ecospirituality Foundation ha fatto erigere un grande cerchio
di pietre per dare continuità ai luoghi sacri dei Nativi europei a
testimonianza della loro presenza nella storia.
L’appuntamento
annuale all’ONU di Ginevra rappresenta per i Popoli indigeni una occasione per
ricordare alla società maggioritaria che nonostante le colonizzazioni e le
oppressioni subìte, i Nativi di tutto il mondo esistono, si uniscono e si
organizzano per essere ammessi alla pari nella comunità planetaria.
Come
sempre, è stata una settimana passata in un vortice. Il tempo scorreva veloce,
gli eventi incalzavano intorno a noi eppure ci sentivamo fermi e stabili come
al centro dell'occhio di un ciclone. Al ritorno, e anche questo è un classico,
ci sembrava che fosse passato un anno.Abbiamo salutato Ginevra con un arrivederci, perchè le cose da portare avanti sono tantissime. Ed è bello che sia proprio Ginevra ad ospitare questi eventi, del resto non a caso.
Ginevra è una città sorta su un insediamento celtico. Tollerante, laica, multietnica, rispettosa verso gli animali.
Abbiamo
salutato i nostri cari fratelli Nativi con la promessa di ritrovarci qui
riuniti per continuare a lavorare per il benessere dell’umanità. Per una
società di pace tra gli uomini, di rispetto per Madre Terra e per tutte le sue
creature. Umani e non.
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